Il paesaggio non è un elemento statico, passivo. Ma è il risultato di un progetto e di uno sguardo, i nostri desideri e i nostri capricci tendono ad arricchire le monotonie e le abitudini: mischiare e riempire i vuoti e le caselle ordinarie.
Nell’atelier virtuale del 14 aprile abbiamo provato, tutti assieme, a raccontare i luoghi del nostro territorio, dei nostri desideri e dei nostri ricordi, usando proprio quello che in storia dell’arte viene definito “capriccio”.
Ne sono uscite una serie di composizioni che accostano fotografie di vari periodi, provenienti dal proprio album di famiglia, dalle cartoline, dalle mappe on-line: sono opere intriganti, che fanno nascere curiosità e non soddisfano mai tutte le risposte di chi le osserva ma che, allo stesso tempo, raccontanto molto di chi le ha create.